A Milano arriva il Best Of del River to River

Oggi a Milano arriva il Best Of del River to River, il festival del cinema indiano, che da diciassette anni si svolge annualmente a Firenze.

Allo spazio Oberdan, in collaborazione con la cineteca del capoluogo lombardo, da questa sera fino a domenica 4 saranno proiettate le opere premiate dal pubblico nelle sezioni lungometraggi, documentari e cortometraggi a conclusione della 17.ma edizione, che si è tenuta dal 7 al 12 dicembre scorso. Più una pellicola, Newton, che rappresenterà l’India agli Oscar.

Questa volta la lunga rassegna fiorentina ha acceso l’attenzione sui diritti lgbt, ha ripreso il tema della condizione della donna e offerto uno sguardo sul Pakistan, in occasione del 70.esimo anno dell’indipendenza indiana, avvenimento allora funestato dalla dolorosa partizione, che portò alla nascita del Pakistan prima e del Bangladesh poi.

E proprio uno sguardo sul Pakistan lo offrono il documentario Abu e My pure Land, il film vincitore di questa ultima edizione.

Il primo, diretto da Arshad Kahn, è un racconto autobiografico, costruito attraverso un sapiente montaggio di riprese originali e filmati amatoriali di famiglia.

Un bellissimo documentario per affermare – per dirla con le parole di Kahn – che “la vita pone a tutti delle sfide, e chiaramente, quando ti trovi a sommare più identità – essere pakistano, musulmano, gay e migrante – è ancora più difficile. Sta poi a ciascuno di noi cercare di superare gli ostacoli. Abu significa padre e anche se il film è un lavoro autobiografico, in realtà tratta di relazioni, perdono e, più in generale, della condizione umana: un messaggio universale che va al di là dei confini”.

My pure Land è invece un film che è stato definito un western femminile nel Pakistan rurale di oggi. Essendo di produzione inglese, potrà rappresentare il Regno Unito agli Oscar.

La pellicola narra di una vicenda nata da fatti reali e racconta del coraggio della giovane Nazo in una famiglia di donne rimaste sole, dopo che il padre e il fratello sono morti.

Una famiglia quindi senza uomini in un Paese in cui questi sono gli unici soggetti giuridici e che si troverà ad affrontare la violenza e l’ingiustizia di una società senza legge o, meglio, dove la legge è quella del più forte ed è esclusivamente maschile.

L’invisibilità sociale della protagonista troverà nel suo coraggio indomito il suo stesso riscatto.

A Milano arriva il Best Of del River to RiverE il coraggio femminile è anche il tema del bellissimo cortometraggio Kajal, di Paakhi Tyrewala.

Qui il tema è affrontato sotto una luce diversa: della prevaricazione non attraverso la forza,  ma la violenza psicologica che scatena ugualmente la paura.

L’annichilimento e la vessazione di una donna attraverso un atteggiamento dispotico, che è innanzitutto usato proprio come arma soggiogante.

Interessante il capovolgimento dei ruoli attraverso lo stesso sentimento: la paura, appunto. Il potere di incuterla qui passa dal carnefice alla vittima, affrancandola e donandole identità e libertà.

Newton invece, di Amit Masurkar, sarà anche per il Best Of la pellicola di apertura come lo è stata per il festival.

E’ un film asciutto, satirico, direi educativo, interpretato magistralmente dal protagonista, Rajkummar Rao. Un film che ha mietuto consensi in ogni manifestazione che lo ha accolto, inclusa la Berlinale.

Non intendo dirvi altro, perché starà a voi scoprire queste opere, che rappresentano quello che spesso lo spettatore occidentale non si aspetta.

Vi offriranno occasioni di arte e soprattutto di conoscenza e di riflessione su una parte del mondo così lontana da noi, dove ogni tema resta però universale, fatta la giusta tara.

Nell’immagine di copertina la protagonista di My pure Land, Suhaee Abro, accanto a Selvaggia Velo, direttrice del River to River. Suhaee sarà presente nella serata conclusiva del Best Of. (Ph. Stefano Turi)

 

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