Cento donne. Giulia

Cento donne. GiuliaCapperi! Giulia di vivere ne aveva una voglia matta! Il fatto di essere alla soglia dei quarantasette scomparve di fronte a quel fuoco che sentiva dentro.

La vita bastona? E sai la novità?! A chi va tutto liscio? Era troppo presto per darsi per finita.

In fondo la vita ti guarda con gli stessi occhi con cui tu la guardi. Conviene non fissarla in cagnesco né atteggiarsi a vittima inerte, perché la vita può essere fetente e approfittarne.

Meglio prenderla in contropiede e tirar fuori tutti i sette spiriti, affrontandola di petto.

Cavalcarla come si fa coi cavalli bradi: alla fine dovrà cedere. E se ci disarciona? Ci si rimette in sella!

Anche Giulia lo sapeva: “non è finita, finché non è finita” e abbiamo fiato per campare.

Quindi lasciò il divano-tana e stirò la schiena, allungando le braccia. Su su fino a sentire male, fino a sfiorare i sogni, che da troppo tempo erano rimasti a penzolarle sulla testa.

Quella testa piena di pensieri, confusa da qualche rimpianto, spuntato qua e là lungo il cammino accidentato della vita.

Cento donne. GiuliaSarebbe ripartita da lì, da quel che era in quel momento, senza più voltarsi indietro. Se ogni giorno è un giorno nuovo, se ogni singola cellula del nostro corpo ogni tot si rinnova, allora non c’era motivo di languire.

Se la stessa natura è un eterno andare avanti, attraverso un infinito cambiamento, che cosa poteva trattenerla dal far parte di questo universale cammino?

Chi si ferma? Solo chi non si riconosce parte del tutto, chi rifiuta d’essere parte dell’intera Creazione e Giulia non si era mai sentita tanto parte di quell’eterno fluire come in quel momento!

Cosa era successo poco importava. Il letargo era finito ed era giunta l’ora di riprendere il cammino. Per il mondo e nella sua stessa vita.

In fondo ognuna di noi ha la sua Tara da cui ripartire e, come Rossella ha insegnato a milioni di donne, “dopotutto, domani è un’altro giorno”.

Cento donne. Giulia

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