Domani è un altro giorno

Domani è un altro giorno cantava Ornella Vanoni nel 1971 e canta Noemi nei titoli di coda dell’omonimo film di Simone Spada, appena uscito nelle nostre sale e che è il remake di una coproduzione spagnolo-argentina dal titolo Truman del 2015, uscito da noi col sottotitolo di Un vero amico è per sempre.

Pellicola che ai Goya (il premio spagnolo equivalente ai nostri Donatello) vinse come Miglior Film, Migliore Sceneggiatura, Miglior Attore Protagonista e Migliore Attore Non Protagonista, mentre al Festival di San Sebastián i due interpreti principali si aggiudicarono un ex equo come Miglior Attore.

Quindi le premesse ci sono tutte, ma non è semplice però fare un remake, perché il confronto pesa sempre e perché nessun regista e/o autore vuole fare un semplice copia-incolla, ma lasciare qualcosa di sé nell’opera.

Se a queste difficoltà si aggiunge poi che non è mai facile raccontare di una grande amicizia di fronte alla morte, perché di per sé il tema non richiama folle e spesso può scivolare nel patetico, allora ecco che la pellicola di Spada è doppiamente riuscita.

Sommiamoci poi la bravura di tutti gli attori, anche quelli che hanno piccole parti, e dunque suggerirvi questo film diventa logico.

Fra i due protagonisti devo dire che Valerio Mastandrea supera Marco Giallini, che qui non è sempre all’altezza della propria nota bravura.

Questo è un film scritto molto bene, che non induce mai, ma lascia dipanare la storia rappresentandola con tutti gli aspetti umani che una simile vicenda può toccare, perché le emozioni nella vita hanno spesso l’andamento di montagne russe e questo rende tutto credibile, mai forzato, mai banale.

Come ha detto Mastandrea presentandolo, il film “attraverso la storia del dolore, racconta il piacere della vita”.

Accanto ai due attori un magnifico cane, un bovaro del bernese, che nella storia ha un proprio ruolo tanto da dare il titolo alla pellicola originale, perché Truman è proprio il nome del cane, che qui invece si chiama Pato.

Chi mi segue sa che io non racconto mai le trame, forse perché da spettatrice detesto che qualcuno mi sveli la storia di un film che voglio andare a vedere, quindi – sebbene sia un remake – non lo farò nemmeno in questo caso.

Vi dico solo che è una bella prova del nostro cinema e che perdersela è un vero peccato.

Film d’evasione? Direi di riflessione, ma anche di buone risate, perché la vita è poi così: le due maschere del teatro, quella che ride e quella che piange.

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