Le Giornate del Cinema Muto. William S. Hart

Logo delle Giornate del Cinema MutoPrima di John Wayne e decisamente prima di Clint Eastwood c’era lui, William S. Hart: il più famoso interprete di western dell’epoca del muto.

Il westerner solitario che arrotolava sigarette con una sola mano e accendeva cerini con le dita: così è rimasto nell’immaginario di allora e così lo ritroviamo nelle tante pellicole fortunatamente recuperate.

Più amato di Gilbert M. Anderson (detto Broncho Billy) e di Tom Mix, suoi contemporanei.

William S. Hart, dal Midwest al West e ritorno

L’attore, nato nel Midwest settentrionale, non era un giovane adone quando divenne il più famoso divo di questo popolare genere: aveva infatti superato i quarant’anni e quindi per l’epoca era un uomo decisamente maturo, aveva spalle modeste e spioventi e nessun addominale scolpito, ma era alto e soprattutto conosceva il West.

Proveniente dal teatro, cercò miglior fortuna nel “cinematografo” ed ebbe quasi immediatamente un grande successo.

William S. Hart caratterizzò fin da subito il proprio cinema nelle tematiche e nelle ambientazioni, sempre essenziali e realistiche, fedeli fino al dettaglio, rifuggendo da cartapesta e fondali, orpelli e manierismi.

Attore di mestiere, curò ben presto le proprie regie e attinse dal proprio vissuto per definire le cifre del proprio cinema.

Da piccolo conobbe il sogno del grande West, seguendo il padre sulla via di una delle tante carovane, vivendo le difficoltà, la miseria e la disillusione di quel miraggio di benessere. Con la famiglia rifece infatti, ormai tredicenne, il viaggio a ritroso, affrontando una vita ancora più difficile e misera.

William S. Hart e Sylvia Breamer
William S. Hart e Sylvia Breamer THE NARROW TRAIL (USA 1917) di Lambert Hillyer, William S. Hart. Credits: Academy of Motion Picture Arts and Sciences – Margaret Herrick Library, Los Angeles

Il suo West

Quindi quel mondo che il genere western da sempre racconta, era un mondo che conosceva benissimo, così come quello dei nativi, con i cui figli da piccolo si ritrovò spesso a giocare e che nei suoi film non si identificano automaticamente nei “cattivi”, lasciando invece questo ruolo sempre ai bianchi corrotti e ai Messicani.

Del leggendario West William S. Hart non conosceva dunque il lato romantico, ma la dura realtà dei coloni, dei cercatori d’oro e d’argento e della violenza e del degrado morale che lo corrompevano.

Soprattutto conosceva il disincanto e il piccolo mondo di tante famiglie come la sua, in cui i figli come lui imparavano presto a diventare capifamiglia, con genitori resi prematuramente invalidi dal duro lavoro e con sorelle virtuose e senza mezzi a cui provvedere.

Per questo i suoi film sono una miniera preziosa a cui attingere per ricostruire le ambientazioni e soprattutto i costumi del vecchio West: niente è reinterpretato o edulcorato o enfatizzato da Hart, ma tutto è rappresentato così come era rimasto nella sua memoria.

Solo nell’abbigliamento delle attrici, nel loro trucco e parrucco, quando impersonano soprattutto le donne dei saloon, si nasconde l’epoca in cui queste pellicole furono girate.

I film di William S. Hart raccontano di eroi e antieroi, di personaggi di spessore, complessi per le trame di allora. Si tratta soprattutto di uomini che compiono un percorso personale, che, se figure negative, non lo sono mai fino in fondo e mai per sempre o, se uomini probi, vengono condotti dalla crudeltà della vita su una cattiva strada, che ugualmente non è mai senza ritorno.

Protagonista delle proprie pellicole, lasciò sempre un ruolo chiave ai personaggi femminili, che fungono da snodo per la storia, più spesso redentrici, ma talvolta anime nere, che portano alla rovina e quindi al male.

Le Giornate del Cinema Muto. William S. Hart
THE TAKING OF LUKE McVANE (USA 1915) di William S. Hart. Credits: Collezione Diane e Richard Koszarski

William S. Hart e Thomas H. Ince

Le Giornate del Cinema Muto in questa 38.a edizione hanno dato ampio spazio ai film di William S. Hart, proseguendo la ricerca e lo studio su questo popolare genere cinematografico e su questo attore, che trovò in Thomas H. Ince il grande valorizzatore del proprio talento di uomo di cinema, ma di questo illuminato produttore vi parlerò altrove, perché anche a lui la rassegna di Pordenone ha dedicato un delizioso sia pur breve momento.

Vi lascio qui A knight of the trails (1915), un mediometraggio che rientrava fra le innumerevoli pellicole da non più di due rulli che venivano proiettate nei nikelodeon, i primi cinema popolari che con una spesa di appunto un nikel (nichelino), ovvero cinque centesimi di dollaro, davano diritto a una proiezione breve.

In copertina. William S. Hart col suo inseparabile cavallo Fritz.

A KNIGHT OF THE TRAILS (USA 1915) di William S. Hart.

Credits: Academy of Motion Picture Arts and Sciences – Margaret Herrick Library, Los Angeles

Condividi

2 thoughts on “Le Giornate del Cinema Muto. William S. Hart

  1. Cara Aida hai scritto un articolo veramente esaustivo su Hart il mitico attore cowboy del primo ‘900, ma soprattutto per chi non lo ha mai sentito nominare, viene spontanea la curiosità di vedere qualche suo film, io avendone visti alle giornate del cinema muto da poco concluso, sono rimasta entusiasta e spero che chi legge il tuo articolo abbia la stessa curiosità per i western di Hart. Complimenti da Flavia PN

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *