Alida Valli, diva suo malgrado.

Alida Valli in fotogrammi

Alida Valli diva lo fu senz’altro. Volle esserlo? Certamente no, fu un’antidiva quando a esserlo erano in pochissime e tutte… grandi dive, perché come non si può esserlo senza quel carisma innato così non si può decidere di non esserlo se lo si possiede.

Cosa sono le dive? Stelle che brillano nonostante il passare degli anni, oltre la loro stessa morte, perché i film che le hanno create rimanadano quel “qualcosa” che le illuminava più delle luci del set.

Oggi la Valli avrebbe compiuto cento anni, se non ci avesse lasciati ad un mese dal compierne ottantacinque. Se n’è andò in punta di piedi, nel sincero rimpianto del suo pubblico.

Giuseppe Bertolucci la definì la madre di tutte le attrici, forse intesa come archetipo o forse perché a lei in qualche modo rimandano, perché Alida ha attraversato tutto il cinema che la sua lunga vita ha incrociato: da quello dei Telefoni bianchi al cinema d’autore, alle coproduzioni internazionali, passando per Hollywood, il cinema francese e persino quello messicano, ma non solo. Dal 1936 al 2002 non si fermò mai, dando tanto di sé anche al teatro e fu lì che io ebbi la fortuna di vederla.

Ci alzammo tutti in piedi e la salutammo con un lunghissimo applauso e il suo viso tradì l’emozione per tanto amore, un amore lungo un’intera carriera, perchè quell’applauso non era solo per ciò che avevamo appena visto, ma per tutti i film in cui ciascuno di noi l’aveva amata e lei lo sapeva.

Una bellezza al di là del tempo

Mi trovai di fronte ad una signora anziana, un po’ incerta nell’incedere, ma straordinariamente magnetica. Bella a dispetto degli anni. Con un volto incorniciato da fieri capelli grigi. Inconfondibile. E per gemme due luci azzurre, quegli occhi vivissimi, nonostante gli incipienti problemi di vista, perché l’acume e la vivacità dello sguardo evidentemente restano a chi sa guardare oltre e la Valli non deve aver fatto altro per tutta la vita.

Il suo è stato il più perfetto profilo del nostro cinema. Ancora imbattuto. Giovanissima debuttò nel 1936, portando la grazia e l’estrema bellezza del suo volto nel cinema di allora, prima di quel dolore straziante, che finì per rannicchiarsi con gli anni nel suo cuore, ma che non la lasciò più: la morte del suo primo amore, forse il più grande, perché non ebbe il tempo di essere messo alla prova dalla vita.

Da quel momento il suo volto cambiò e questa è una cosa che mi ha sempre colpita. Non furono le rughe, ma una durezza nei tratti che si fece progressiva con il succedersi dei dolori e degli affanni. Sorprendente come da anziana tale durezza andò invece regredendo, sicuramente per una ritrovata serenità o per un raggiunto equilibrio. Era un viso non solo bellissimo quello di Alida Valli, ma un volto che “raccontava”. Incredibile se si pensa all’estrema riservatezza di questa donna.

Primo piano Alida Valli

Alida, un omaggio alla diva e alla donna

Il mistero accresce ogni mito e Alida ne era circondata. Non autorizzò biografie, non scrisse un’autobiografia, non amava rilasciare interviste ai giornali e non viveva il cinema come un’occasione mondana. Per lei era solo un gioco meravigioso. Un lavoro fortemente voluto, amato, cercato per calarsi in mille esistenze narrate e vincere quel silenzio evitato eppure rincorso, che in qualche modo faceva parte della sua storia e della sua natura.

Porta il suo nome il bellissimo docufilm a lei dedicato sceneggiato dal regista Mimmo Verdesca – autore del soggetto – e da Pierpaolo De Mejo, nipote della stessa Alida. Opera interessantissima e toccante, che con onestà storica ripercorre la vita della Valli, basandosi sul ricchissimo fondo che la famiglia ha donato anni fa alla Biblioteca Luigi Chiarini del Centro Sperimentale di Cinematografia. Un patrimonio di documenti, conservati con cura e ordine dall’attrice, che fa luce sulla sua carriera, spazzando via qualche pettegolezzo maligno alimentato da qualche pennivendolo anni fa.

Alida è ora visibile su Raiplay e vi consiglio di non perderlo. Troverete anche una minuscola selezione di titoli interpretati dall’attrice. Fra questi uno sceneggiato che nel 1980 fece molto scalpore: L’eredità della Priora, di AntonGiulio Majano. Il regista di famosi sceneggiati televisivi e la Valli si conobbero ai tempi di Noi vivi e Addio, Kira!, entrambi del 1942 ed entrambi di Goffredo Alessandrini. Per quei film Majano fu sceneggiatore.

(Continua)

Nel voler fare un omaggio a questa grande Signora del nostro cinema, ho voluto avere un ricordo da una persona speciale, che l’ha conosciuta e che con lei ha lavorato: Evelina Nazzari, figlia del grande Amedeo, ma per questo vi do appuntamento a una prossima volta. Non volete perdervi il seguito? Lasciate la vostra mail nella home e rimarrete aggiornati su questo e molto altro.

Intanto… buon compleanno, Alida! Sono solo i tuoi primi 100.

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6 thoughts on “Alida Valli, diva suo malgrado.

  1. Bellissimo ricordo di una donna straordinaria che mise tanti punti fermi nella sua vita e andò sempre a capo, senza rimpianti e senza guardarsi indietro né troppo allo specchio.
    Nel docufilm di Verdesca, che anch’io mi sono assaporata con intensità e con gli occhi umidi alla fine, mi hanno colpito molto le parole di Alida nel dichiarare che ogni prova, film o testo teatrale che fosse, finiva nel momento in cui ne cominciava un’altra, come fosse la prima volta, con un’umiltà ed un intelligenza straordinarie.
    Non so se tanta forza, coraggio, voglia di rinnovamento le venissero dai dolori e dalle sofferenze della vita o dalle sue origini di stirpe quasi teutonica, certo è che di Alida Valli ce ne abbiamo avuto solo una e dobbiamo tenerci stretta la sua memoria attraverso i film ed il materiale che ci ha lasciato, i suoi diari per esempio, che costituiscono una miniera infinita di informazioni che ci svelano chi fosse esattamente, convincendomi una volta di più che attraverso la scrittura ci si conosce meglio, si schiariscono le idee e si possono alleviare tensioni dell’anima e della mente.

  2. Ho visto il film più e più volte su Rai Play e ne sono ammalata. Evidentemente il carisma di Alida è vivo più che mai. Mirabile ritratto di una donna forte cha tanto ha regalato al cinema e teatro e tanta tenerezza ha mostrato nel suo privato. Magnifico il rapporto con i figli. Un ottimo lavoro dove la voce di Giovanna Mezzogiorno è un valore aggiunto. Se scomparirà da rai Play non saprei dove recuperarlo.. Lo vorrei conservare gelosamente.

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