Cara Antonella, oggi leggo di te

Cara Antonella, oggi leggo di teAntonella Lualdi ci ha lasciati da poco e la curiosità degli internauti porta a galla molti articoli a lei dedicati. Un mio amico mi ha chiamato oggi per segnalarmene uno, a me sfuggito. Contenuto nella rivista on line Arabeschi. Leggo a firma di Federica Piana, una ricercatrice universitaria, che si dedica allo studio e all’analisi delle autobiografie delle attrici.

Posto che ognuno è libero di fare le proprie considerazioni e tirare le proprie somme, trovo che l’autrice non abbia colto nulla di ciò che in questa autobiografia è stato scritto.

Da quello che ho letto pare non conoscere appieno nemmeno la carriera di Antonella e sicuramente non ha mai conosciuto la persona, perché altrimenti non avrebbe ribadito con insistenza e per ben cinque volte che con questo libro la Lualdi non ha inteso altro che soddisfare il proprio desiderio di autoaffermazione, essendo una “diva mancata”.

Ribatterò così ad un articolo tanto sgradevole e fuorviante.

Punto 1

Antonella Lualdi non è mai stata una diva mancata, è stata un’attrice che ha goduto di un grande successo, ha avuto anni d’oro invidiabili ed è entrata nel cinema senza dover fare anticamera e questo forse le ha tolto quel mestiere che ha poi dovuto recuperare con l’esperienza.

Semmai non è stata né ambiziosa né combattiva, aveva un temperamento mite per l’ambiente del cinema e non ha saputo muoversi con determinazione, ma questo non fa di lei una diva mancata. Ha attraversato tanto nostro cinema e tanto cinema francese, lavorando con grandi nomi, la figurina di contorno non l’ha mai fatta per nessuno.

Punto 2

Antonella era lontana anni luce dalla classica psicologia di chi ha bisogno di autocelebrarsi per sentirsi qualcuno, era una donna che aveva vissuto pienamente una vita fuori dal comune, con le fragilità di chi è dovuta crescere in fretta in un Italia dove dalla patria potestà si passava a quella maritale. Ha vissuto, sofferto, imparato. La chiusura del libro dice molto della persona Antonella.

Punto 3

Franco Interlenghi non è stata l’ombra, ma l’amore della sua vita. Ciò non toglie che la loro storia abbia avuto una crisi profonda. Da una donna mi aspetto l’empatia di chi comprende che allora era difficile crescere, riconoscere se stesse, quando la morale del tempo non dava spazio alle donne per maturare una coscienza di sé, strette com’erano fra la famiglia di origine e quella prontamente costruita. Tutto questo nell’ambiente del cinema, così fuori dagli schemi.

Erano due bravi ragazzi, provenienti da due famiglie solide, chiuse come lo era la stragrande maggioranza nel Paese di allora. Nessuna famiglia irregolare alle spalle, nessuna tappa bruciata, nessun grillo per la testa. Il cinema era per entrambi il proprio lavoro, non la fiera delle vanità e delle ambizioni che per molti è stato ed è.

Che Franco poi fosse il suo punto di riferimento lo dimostra il titolo, che non voleva preludere ad un’autobiografia della coppia, ma a ciò che Antonella sentiva come definizione di sé, tant’è che mai divorziarono, mai si diedero le spalle.

Punto 4

Il libro, scritto a quattro mani con Diego Verdegiglio, non celebra una carriera mancata, ma racconta con la semplicità e il candore propri di Antonella come andarono le cose. Quando io lo lessi non avevo ancora conosciuto Antonella, dunque non potevo essere stata influenzata dalla sua amabilità, e non vi trovai niente di ciò che l’autrice ripete e ripete, come se la cosa servisse a dar fede ad un concetto che non combina né con la carriera né con la persona, dunque né con Antonella Lualdi né con Antonietta Maria De Pascale.

Punto 5

Certamente l’autrice dell’articolo è persona preparatissima nel proprio ambito, ma temo non altrettanto nella storia del cinema italiano.

Non me ne voglia.

Condividi

2 thoughts on “Cara Antonella, oggi leggo di te

  1. Brava Aida!
    Complimenti per l’articolo!

    Sono “solo” un cinefilo brasiliano, appassionato del cinema italiano. E come tale una grandissima gioia che ho avuto è stata la breve intervista che ho fatto con Antonella, nel 2021. Lei, simpaticissima, resto felice perche io sapevo tanto di sua vita e sua carriera (anch’io ho letto la sua biografia).
    Credo che se uno si propone a scrivere su qualcuno deve almeno studiare (cosa che la brava Signora Piana sembra di no aver fatto).

    1. Scusami, il tuo commento mi era sfuggito. Grazie, Alexandre. Continua a seguirmi, ci sono novità in cantiere 😉

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *