Cento donne. Loretta

Cento donne. Loretta | Aida Mele MagazineLoretta viveva in un mondo tutto suo e con uno sguardo fisso verso il passato.

Se ne andava per la vita come chi cammina girandosi continuamente indietro, affetta da una sorta di torcicollo esistenziale.

Ovviamente, a quel modo, il suo incedere nel mondo non poteva essere né spedito né sicuro.

Con lo sguardo quasi mai in avanti, verso un futuro che non considerava, qualche buon palo lo aveva rovinosamente incontrato lungo il cammino della vita.

Così rivolta al proprio passato, non riusciva a lasciarlo andare, circondandosi di tante, troppe cose, che a quel passato la legavano.

Conservava le cose più disparate e tutto sembrava sospeso in una dimensione in cui il tempo pareva scorrere solo sul calendario di Frate Indovino, che si rinnovava di anno in anno sempre appeso nello stesso angolo della cucina.

Però il caso alle volte scombina le carte e quel pomeriggio, rientrando, Loretta trovò la casa allagata: un tubo, un vecchio stupido tubo nel bagno. Forse allagata è dire troppo, ma questo è quello che pensò.

Strano come un evento così banale possa scuotere qualcosa rimasto immobile tanto a lungo!

L’essere costretta a mettere a soqquadro la casa per far posto all’idraulico prima, al muratore e all’imbianchino poi, le diede la misura di come la sua stessa vita, al pari degli impianti di quella vecchia casa, non fosse “a norma”.

Finiti i lavori si ritrovò con un mucchio di roba inutile, e a volte dimenticata, da rimettere a posto.

Passò dei giorni senza riuscire a toccar nulla di tutto quello che ad un certo punto, con la scusa di pulire a fondo, aveva chiuso negli scatoloni.

Fu così che in un anonimo mercoledì si guardò attorno e vide come tutto quello che credeva il proprio mondo se ne stesse chiuso lì in quei pacchi e si sentì stranamente leggera.

Non abbiamo modo di trattenere chi o ciò che abbiamo perduto se non nei nostri ricordi, l’attaccamento alle cose è una gabbia pericolosa in cui rinchiudersi.

Loretta lo capì lì, in piedi fra quegli ingombri e decise che avrebbe rimesso a posto solo le cose davvero importanti, il resto lo avrebbe diviso fra la stazione ecologica, il mercatino e la Caritas.

Era tempo di andare oltre, un passo avanti all’altro finché vivere avesse ritrovato un ritmo nuovo, l’incedere fosse divenuto più lieve e i ricordi  accoglienti e non più una fuga dalla vita vera.

Si ravviò i capelli, quasi a buttar indietro i pensieri, e aprì il primo di quei tanti, troppi scatoloni.

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2 thoughts on “Cento donne. Loretta

  1. È una lezione che tutti dovremmo ripassare. Chi più volte chi meno. Me compresa. Grazie di avermelo ricordato

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