Le Giornate del Cinema Muto. Thomas H. Ince

Mi sono imbattuta in Thomas H. Ince in una delle sezioni più interessanti delle Giornate del Cinema Muto di quest’anno: Film on film.

Incredibilmente già durante il primo ventennio di vita il cinema aveva iniziato a raccontare sé stesso sotto i più svariati aspetti: da quelli tecnici a quelli promozionali.

Ciò era avvenuto in molte cinematografie, ma fu in quella americana che prese ad assumere i tratti di un metodo per farsi conoscere e per attrarre sempre maggior pubblico, anche attraverso la rappresentazione dell’universo divistico nascente.

Hollywood non era che un piccolo villaggio polveroso quando nel 1907, per sfuggire a un sistema già divenuto cartello, qualche piccola casa cinematografica cominciò a trasferirvisi dalla costa orientale, da New York soprattutto, città di teatri tanto di prosa quanto del Vaudeville, da cui le prime case di produzione attingevano attori.

Durante la Prima Guerra mondiale il centro di produzione si spostò alla spicciolata da qui a Hollywood e dintorni.

Anche i western da Fort Lee nel New Jersey si trasferirono sotto il più conciliante sole della California.

Nel 1920 esisteva ormai un elegante Hollywood Boulevard là dove pochissimi anni prima c’era solo una strada sterrata.

Nel 1927 – così come si è visto nel docufilm della Blackhowk Films The Hollywood Dream Factory And It Grew – Hollywood era ufficialmente diventata la fabbrica dei sogni.

Dai set all’aperto si era passati alle grandi ricostruzioni in esterni ed interni, Mark Sennet aveva inventato il suo cyclorama e il villaggio si era trasformato ormai in una cittadina, che cresceva a vista d’occhio insieme alla propria economia, trascinata da un inarrestabile mercato immobiliare.

Nacquero cittadelle dietro le grandi insegne della Universal, della Paramount, della M-G-M, ma prima ancora della Inceville di Thomas Harper Ince.

Fra i grandi pionieri del cinema, Ince fu colui che creò la prima grande casa di produzione cinematografica in grado di garantire il ciclo completo di una film: dall’idea alla spedizione delle bobine realizzate.

La prima di un “sistema Hollywood”, che porterà anni dopo alla stagione d’oro delle majors, capaci di creare e distruggere divi, imporre regole ferree e stabilire condizioni capestro.

Thomas H. Ince, proveniente da una famiglia d’attori, seguì le orme dei suoi. Dal teatro però approdò al più remunerativo cinematografo nei primi anni del ‘900, appena ne ebbe l’occasione.

Intraprendente e sicuro di sé, seppe sfruttare le opportunità che la vita gli offrì e fu appunto fra i primi a raggiungere la California. Lasciò così la recitazione per la regia e ancor più per la produzione.

A lui si devono la definizione delle fasi di lavorazione del film e la definizione dei ruoli chiave per la sua realizzazione. Per primo capì l’importanza di avere una sceneggiatura scritta, dettagliata e puntuale, piani di lavorazione e figure professionali di preciso riferimento.

Fu dunque il primo a creare degli studios e a pensare al cinema in termini di industria.

Thomas H. Ince vendette poi la sua città del cinema a una delle sue più grandi scoperte, quel William S. Hart, che fece anche tanta sua fortuna, per trasferire il suo regno nella nascente Culver City.

Qui ne costruì un’altra ancora più moderna ed efficiente, che potè contare su sezioni, uffici, capannoni, laboratori, mense, unità private di pompieri, sul più grande generatore mobile esistente e su ciascuna cosa o figura professionale fosse necessaria a realizzare un film.

Fu dopo la vendita di Inceville che fondò con David W. Griffith e Mack Sennett la Triangle Motion Picture Company, una casa di produzione pioneristicamente in grado di gestire autonomamente produzione, distribuzione e sale cinematografiche.

Gli uffici amministrativi della compagnia, costruiti in stile coloniale nel 1918, divennero poi la sede della Selznick Internetional Pictures. Infatti dopo la prematura scomparsa di Thomas H. Ince i suoi studi furono prima rilevati da Cecil B. De Mille e poi dalla RKO, che li affittò a David O. Selznick per girare Via col Vento.

Ince è una figura fondamentale per comprendere come sia nata Hollywood, intesa come sistema produttivo prima ancora che come luogo geografico.

Forse la sua improvvisa e misteriosa morte – scomoda allora, perché trascinò con sé il nome del miliardario William Randolph Hearst (il magnate che ispirò Quarto potere di Orson Welles) – contribuì in qualche modo a far scivolare il nome di Thomas H. Ince nelle nebbie del tempo.

Ince però è una figura imprescindibile per capire come si sia passati da una forma artigianale, e per certi versi improvvisata, di fare cinema a un metodo di produzione in chiave industriale di una forma d’arte fra le più affascinanti a cui l’uomo abbia mai dato vita.

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2 thoughts on “Le Giornate del Cinema Muto. Thomas H. Ince

  1. Ciao Aida, come si dice c’è sempre la prima volta, e questo personaggio fa parte dei pionieri del cinema, mi è molto piaciuto il tuo articolo su Ince che non conoscevo bene, un uomo intelligente, con una marcia in più, ora ho imparato qualcosa di nuovo per me che prima non sapevo. Grazie e continua così Flavia

    1. Carissima Flavia, sei fra le mie lettrici più assidue e la cosa mi fa immensamente felice, ancor più sapendo che ciò che scrivo è così apprezzato.

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