Cento donne. Susanna

Che odore ha il dolore, Minnie? Chiese Susanna alla sua cagnetta, che le annusava il viso mentre lei l’accarezzava.

Minnie era una meticcia – termine politicamente corretto per indicare una bastardina – trovata rispondendo ad un annuncio tre anni prima: l’avevano trovata insieme ai suoi due fratelli in uno scatolone.

Sembrava fatta coi pezzi in scala ridotta di più razze, doveva avere un sorprendente albero genealogico! Era la sua cucciola e lo sarebbe stata fino a che il buon Dio gliel’avesse lasciata. Sterilizzata e piccola, era rimasta una cosetta morbida e coccolona.

Susanna la guardava con il cuore gonfio e gli occhi stranamente asciutti: neanche una lacrima, forse perché ne aveva versate troppe in quei mesi, in cui aveva visto andare tutto a monte.

Il matrimonio è sempre una scommessa e non si sa mai come finirà la partita, alle volte l’abilità non c’entra né l’attenzione, alle volte è solo questione di come il destino dà le carte e ti può capitare una mano sbagliata e hai perso.

A Susanna era andata più o meno così.

Non sono molte le coppie che resistono alla mancanza di figli e abortire spontaneamente l’unico concepimento riuscito dopo infiniti tentativi era stata una bomba deflagrante nel loro matrimonio.

Non ne sarebbero arrivati altri, Susanna non poteva più averne.

Una storia come tante: il dolore e il silenzio avevano riempito lo spazio dell’amore e dei progetti insieme.

Una storia come tante: lui aveva trovato più semplice andarsene e darsi un’altra possibilità, anche se al momento un nuovo amore non era all’orizzonte.

Già, un altro amore… e se lì fuori ce ne fosse uno per lei?

Susanna ci pensò e si disse che in fondo sarebbe stato un nuovo inizio anche per lei quell’abbandono vigliacco: altri sogni, altri progetti potevano farsi spazio nel vuoto di quel matrimonio finito.

Non tutti gli uomini sono uguali, non tutti ti amano per quanto sei funzionale ai loro progetti, ma per te stessa. Esistono, sono pochi, ma esistono!

A compiangersi non avrebbe risolto nulla, se non ad annullarsi ulteriormente agli occhi dell’uomo che era di là a fare le valige.

Non era ancora pronta per un sorriso, ma un angolo della sua bocca si inarcò in un timido tentativo.

Minnie le diede una sonora leccata in pieno viso: i cani sono creature straordinarie, ti leggono come nessuno!

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