Giovanna Minelle è ormai nella capitale, qui era arrivata mesi prima e da qui ripatirà per rientrare in Italia: il cerhio è chiuso.

Le esperienze sono state tante e infiniti i volti incontrati, molte le storie incrociate e innumerevoli le foto scattate.

Ripartirà più ricca e più consapevole come solo una vera viaggiatrice può essere dopo un’esperienza in quell’altrove, sempre straordinariamente prossimo, che è ogni angolo del mondo scelto come meta.

Mentre io chiudo questo suo diario, Giovanna è a Varkala: già da mesi è ritornata in India per ritrovare i luoghi più amati o in cui non ha finito il cammino e visitare posti nuovi.

L’India è un grande libro che ha ancora molto da raccontare.

Delhi
Sono impressionata nel vedere Delhi a quest’ora del mattino, mentre la percorro in autorickshaw. Le mucche sono già sveglie mentre le anime umane invece dormono ancora.

La guest house a cui sono diretta mi è stata consigliata da amici italiani di cui mi fido.

Salgo così fino a un terzo piano alle 6.30 del mattino, assonnata ma non tanto da non notare la sporcizia sparsa in ogni angolo.

Che iella! Ora che faccio? (Io chiamerei gli amici fidati, ah ah ah! Ops! N.d.R.)

Tutte quelle scale, no, non posso affrontarle! Chiedere un’altra stanza vorrebbe dire perdere del tempo prezioso, quindi resto.

Delhi è lì fuori e io voglio farne parte. Scendo in strada, Paharganji è nel pieno della sua vitalità.

Noto un tatuatore che ha appena aperto bottega, sono la sua prima cliente e posso quindi permettermi di stabilire il prezzo del mio tatuaggio all’hennè senza bisogno di contrattare.

Ammiro la sua mano sapiente e leggera decorare i miei piedi e il disegno prendere pian piano forma.

Sarà come portare in Italia con me un po’ di questo magico Paese, dipinto sulla mia pelle. (Fine)

Le foto sono state gentilmente concesse dalla Signora Giovanna Minelle, che ne conserva tutti i diritti. Pertanto ne è vietata ogni riproduzione o uso.