Giovanna Minelle arriva finalmente a Kanyakumari, la meta ambita fin dal suo secondo viaggio in India, nel 2010. A quel tempo si ammalò e dovette rinunciare all’ultimo momento. È da allora che sognava di andarci.
Kanyakumari
A Kanyakumari avrei voluto festeggiare il Capodanno, ma dal 29 e per alcuni giorni i treni sono stati al completo e così ci arrivo a gennaio e in corriera, in un viaggio fra palmeti e pale eoliche.
Come in un film, l’autista guida a tutto gas (strade permettendo) con la musica “a palla” e i finestrini e le porte aperte.
Mi sento come una ragazzina per la prima volta in gita scolastica.
I mezzi pubblici sono stati il modo scelto per affrontare le distanze di questo grande Paese.
Attraverso i finestrini ne ho visto le risaie, le montagne himalayane, i palmeti, le periferie delle metropoli e i villaggi rurali.
Treni e pullman sono stati però anche l’occasione per incontri e confronti con una diversa e ricca umanità.
A Kunyakumari trovo alloggio in un albergo molto carino. La mia stanza ha un finestrone che affaccia proprio sul porticciolo, da cui posso osservare il via vai di barche e pescatori.
Per la prima volta osservo un tramonto sulla confluenza di tre mari: il Mar Arabico, l’Oceano Indiano e il Golfo del Bengala.
Provo gratitudine di fronte a tanta bellezza e una profonda soddisfazione per la determinazione dimostrata nel perseguire questo mio sogno.
Sono finalmente arrivata nel luogo che per me è il confine delle terre emerse.
Quel finestrone diventa la mia televisione. Mi affaccio e guardo il sole compiere il proprio arco, lo abbandono solo quando vado a trascorrere il mio tempo al sangam¹, dove i pellegrini vanno a lavare il proprio karma, a purificare la propria anima e dove la mattina, insieme a centinaia di loro, mi godo lo spettacolo del sole che nasce dal mare.
Presenziare al sorgere e al tramontare del sole, spostando il proprio sguardo di poco, dà una strana sensazione: pare di essere nel punto esatto in cui si chiude un cerchio.
Lì dove tutto ha inizio e fine. (Continua)
¹In lingua tamil (siamo nel Tamil Nadu) significa cofluenza.
Le foto sono state gentilmente concesse dalla Signora Giovanna Minelle, che ne conserva tutti i diritti. Pertanto ne è vietata ogni riproduzione o uso.