Giubileo di Platino. God Save The Queen!

Elisabetta II Il Giubileo di Platino si è concluso: quattro giorni di festa e spettacoli, eventi e apparizioni al balcone reale.

Un’ondata di popolarità planetaria per la Regina dei record: Sua Maestà Elisabetta II ha tagliato il nastro dei settant’anni di regno.

Sempre fedele a sé stessa. Pronta al sorriso e alla battuta. Austera e candida, severa e lieve, tradizionalista e moderna, ma sempre equilibrata e coerente.

L’avessimo noi, chissà dove arriveremmo! Noi che abbiamo perso ogni senso di appartenenza, capaci di ricordarci del Tricolore solo per un campionato di calcio, noi che siamo ormai noti all’estero per essere un popolo di villani, noi che confondiamo quattro sgallettate per delle lady, noi che abbiamo dei politici spesso degni di una repubblica delle banane, avremmo certamente bisogno di un’Elisabetta che ci ricordi che abbiamo una storia a cui rendere conto, una bandiera costata milioni di morti, un decoro da recuperare, un senso civico finito chissà dove.

Io, repubblicana fino al midollo, riconosco che con i Savoia non avremmo potuto che voltare le spalle alla monarchia. Ancor più oggi fra sottaceti, reality e scazzottate.

Eppure un po’ di vecchio spolvero non ci farebbe male. Soprattutto non farebbe male a molti che ci rappresentano e che hanno un contegno da saltapicchi.

Elisabetta è riuscita là dove tutti in Europa hanno fallito: rendere la monarchia un riferimento stabile e autorevole, un buisiness, un caleidoscopio di glamour e marketing.

Un Giubileo di Platino davvero sfavillente, curato in ogni dettaglio secondo la migliore tradizione di corte, in cui la modernità ha soverchiato la tradizione.

Elisabetta non poteva essere più favolosa di così, col suo immarcescibile aplomb si è concessa anche un tè con una mascotte virtuale: attrice ben più talentuosa di alcuni ronzini che appaiono sul piccolo schermo.

La consapevolezza di sé, che non pare trascendere mai in superbia, domina il suo andare per il mondo da novantasei anni. Attiva e pacata, assiste e partecipa alla Storia con la normalità di un impiegato giudizioso e l’abnegazione di un soldato al fronte.

La prima dote di un generale è circondarsi di un volente corpo d’armata ed Elisabetta senza dubbio sa scegliere i propri collaboratori. Nessuna casa reale ha poi uno staff per la comunicazione come quello che ha Sua Maestà.

Basta anche solo fare un raffronto con la più movimentata delle case regnanti europee: quella di Spagna, che ha il glamour di un gambo di sedano, mentre combatte contro i sondaggi che vogliono la Spagna sempre più repubblicana.

Del resto gli Spagnoli erano Juancarlisti non monarcici, affondato el Rey campechano non resta molto dopo il terremoto 10 della scala Mercalli provocato da tutti gli scandali che da qualche anno scuotono furiosamente il fragile trono del buon Filippo, che non ha il torto di aver scelto una plebeya, ma di aver scelto quella plebeya, a cui non il protocollo, ma a volte le semplici buone maniere non vanno giù.

Dunque il Giubileo di Platino è stato visto nei quattro angoli della Terra, grazie anche al canale YouTube della famiglia reale più tradizionalista e più social del mondo.

Bello, fastoso e soprattutto festoso, in cui anche l’Italia ha fato capolino con Andrea Bocelli sul palco e il Vaticano coi suoi rappresentanti della chiesa cattolica di Londra a St. Paul.

Harry e Meghan

A questi quattro giorni non è mancato nulla nemmeno lo psicodramma dei Sussex, con un Harry spaesato e privo del suo eterno spirito ciarliero e birichino.

Chissà se comincia a rendersi conto di dove si è cacciato. Qualche dubbio gli dovrebbe essere venuto almeno a sentire i fischi, lui un tempo tanto amato, che ne hanno accolto l’uscita dalla cattedrale di St. Paul.

Lasciati a casa come Cenerentola visto che la sicurezza non gli è più dovuta, eccezion fatta che per una cena privata, i Duchi angloholywoodiani per il resto dei festeggiamenti se ne sono stati rintanati a Frogmore Cottege mentre l’intera Inghilterra dimostrava platealmente di non sentirne la mancanza.

Paria o superbi non è dato ormai di saperlo, essendo su di loro calato il sipario.

Col tempo il loro desiderio di vita “normale” evidentemente si sta trasformando nel racconto della volpe e l’uva.

Il guaio però è che loro possono mantenere un simile tenore di vita lontani da corte solo monetizzandone il riverbero, ma se le luci intorno a loro si spengono il circo avviato nel salotto di Oprah Winfrey che fine farà?

Harry e Meghan

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