Il gusto proibito della cannella

il gusto proibito della cannellaIl gusto proibito della cannella di Monica Pradhan è il libro che ogni amante dell’India o anche solo un curioso di questa realtà dai tanti incanti dovrebbe leggere. Lo consiglio però anche a coloro che vogliono affacciarsi sul mondo complesso – per ricchezza e conflitti – degli immigrati di seconda generazione, perché la conoscenza, come sempre nella storia dell’uomo, è l’unica vera arma possibile per affrontare questi tempi difficili. L’unica strada.

Si tratta di un romanzo la cui autrice, nel narrare una storia di fantasia, ha inevitabilmente riversato la propria realtà, perché ella stessa è figlia di immigrati.

Un libro ricchissimo di informazioni, ma anche di magnifiche riflessioni.

La storia di queste tre figlie, che chiamano le proprie madri il circolo hindi-bindi (e in verità ci sono edizioni con questo titolo), e la storia delle stesse madri rappresentano un viaggio nella vita di sei donne, perennemente in bilico fra il Paese di origine e la nuova patria.

Molto ben scritte, queste vicende vi terranno legati alle lettura, ma il viaggio correrà su più binari, perché, come anticipato, c’è molto di più. Perfino ricette molto dettagliate, per gli appassionati di questa magnifica e ricchissima cucina.

Il romanzo lancerà il vostro sguardo su cosa sia stata la “fuga di cervelli” negli anni ’60 dall’India verso gli Stati Uniti, in base a rigidissime regole e restrizioni; cosa sia stata la tragedia e quali gli orrori della Scissione del Pakistan all’indomani dell’indipendenza, con la successiva guerra civile, che con l’aiuto dell’India portò nel 1971 alla nascita del Bangladesh; cosa rappresentino le tradizioni per chi viene da una realtà tanto diversa ovvero l’unico modo di conservare la propria identità; cosa voglia dire nascere in un Paese quando il Paese di origine sopravvive fra le proprie mura domestiche; cosa sia il cibo per questa cultura. Sarà per questo che qualcuno ha azzardato che l’India sia l’Italia dell’Oriente? Ma evidentemente si potrebbe rovesciare il discorso: questione di prospettiva.

E’ una lettura che non può non rimanere nel cuore, anche per la ricchezza di  spiritualità e saggezza indiane di cui è intriso e che inducono sempre a riflettere.

Sono certa che più di uno lascerà a portata di mano questo libro, perché avrete la tentazione di rileggerlo, di riprenderne passi o anche solo di preparare qualcuna delle tante ricette riportate.

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2 thoughts on “Il gusto proibito della cannella

  1. Grazie di questa recensione. Come non leggerlo dopo le parole spese per descriverlo? Mi hai incuriosita moltissimo. Ho un flash! Ne hanno forse fatto un film?
    Giovanna

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