Il Maestro e la Fondazione Franco Zeffirelli

Il talento è un dono, dipende dal buon Dio e non c’è modo. In alcuni il talento è genio e così i pochi diventano pochissimi.

Poi ci sono coloro che al dono avuto aggiungono la propria cultura, profonda e a volte davvero vasta. Spinti dall’inconfondibile curiosità di sapere, approfondire, capire, che è sempre l’eterna molla per imparare.

Una curiosità che però mai si appaga, mai si soddisfa veramente, perché ad ogni risposta si aprono altre domande in una ricerca che nelle persone colte dura l’intera vita, ma senza ansia o frustrazione, perché questo viaggio nella conoscenza è esso stesso piacere.

Poi la propria natura fa il resto: può far aprire verso gli altri offrendo il proprio sapere o far ripiegare verso sé stessi in uno geloso accrescimento personale.

Franco Zeffirelli è un genio coltissimo e generoso, che ha voluto offrire a chi vorrà e saprà goderne e trarne frutto tutto ciò che ha imparato, vissuto, creato, sognato e collezionato riguardo alla propria ricchissima vita di artista.

(…) non come mia esaltazione (…) ma cercando così di saldare un debito di riconoscenza con il dovere primario, conquistato nella vita con il mio lavoro, di considerare Firenze una macchina di civiltà, di cultura, di tradizione e di conoscenza che Dio ha regalato al mondo.

Con questo intendo Zeffirelli crea la propria Fondazione, inaugurando ufficialmente il primo agosto 2017 il Centro Internazionale per le Arti dello Spettacolo, ospitato nello storico Complesso di San Firenze, nel cuore della città, dove è custodito il Museo dedicato alla sua carriera lunga quasi settant’anni, l’Archivio personale e la sua Biblioteca con oltre 10.000 volumi.

Franco Zeffirelli è l’ultimo esponente di quel cinema italiano colto amato e studiato in tutto il mondo. Internazionale e magister, appunto.

Il Maestro, appassionato del Rinascimento, riconosciuto quale momento fecondo nella nostra storia, è egli stesso testimone di quel modo di intendere la cultura, esponentente in prima persona di una tradizione che da lì prende le mosse, ma che evidentemente non può essere slegata dall’intera nostra storia.

Essendo però una persona colta, in quanto tale – come si diceva – non concepisce l’immobilità intellettuale né l’inattività, dunque la sua Fondazione non poteva che essere un luogo che ne rispecchiasse la medesima vivacità culturale e ricchezza di iniziative.

Infatti questo è un luogo di consultazione, ma anche di concerti, proiezioni, incontri, eventi, seminari e corsi, secondo un calendario ricco e sempre vario e aggiornato, senza smettere mai di essere uno scrigno d’arte e bellezza, perché questo innanzitutto è il Museo, ma non solo, perché anche una visita non guidata è un viaggio nel sapere e nella scoperta. Personalmente direi anche molto emozionante.

Tale Centro dunque attraverso l’Archivio, la Biblioteca e il Museo, si pone quale promotore d’iniziative espositive e didattiche, sia per la divulgazione della cultura legata all’arte dello spettacolo, sia per la formazione di studenti nell’ambito delle discipline del Teatro di prosa, dell’Opera in musica e del Cinema, nella scia della tradizione rinascimentale delle arti e dei mestieri di cui Firenze è culla nei secoli.

Non ho avuto la fortuna di conoscere Franco Zeffirelli come uomo di teatro e non ho potuto assistere alle sue rappresentazioni di prosa e mi duole soprattutto non aver potuto mai assistere ad un allestimento di un’opera lirica, magari proprio di quell’Aida di cui porto il nome, opera di per sé già così teatrale. Chissà cosa dev’essere stata nelle sue mani! Posso solo vagamente intuirlo attraverso i plastici e i bozzetti che ho potuto vedere esposti.

Conosco però bene il regista Zeffirelli. Come spettatrice l’ho scoperto molto presto, in tv, con quel Gesù di Nazareth, che ho visto e rivisto. Allora – come credo tutti – pensai che fosse identico a come me lo figuravo, a come lo avevo visto da sempre nel grande quadro di mia nonna.

Questa capacità piuttosto tipica dei grandi registi di saper scegliere esattamente l’attore visivamente giusto per la parte, in Zeffirelli raggiunge un livello straordinario.

Il Museo mi ha permesso però di scoprirlo anche come artista in senso pieno, perché i suoi disegni, i suoi bozzetti, i suoi plastici e i suoi quadri sono bellissime forme d’arte colta e di grande e poliedrico talento.

Non mancano esposti splendidi costumi di tante sue opere, testimoni di una tradizione sartoriale teatrale, che è essa stessa arte.

Ma il luogo più emozionante, che confesso mi ha piuttosto turbata per il suo straordinario allestimento, è la stanza dedicata a L’Inferno di Dante. Non sapevo che fosse un progetto irrealizzato del Maestro, di cui restano i tanti e bellissimi disegni, in un’esposizione multimediale incredibile e che porta il visitatore in un suggestivo – e per me inquietante – viaggio nelle atmosfere di questo progetto rimasto letteralmete solo sulla carta, ma che carta!

Franco Zeffirelli ha appena compiuto 96 anni e la sua vita artistica è da sola una splendida pagina della nostra migliore cultura, la Fondazione è un suo dono prezioso e magnifico.

Grazie Maestro, il mio augurio più affettuoso di buon compleanno e la mia più sincera gratitudine come spettatrice e come cittadina. Italiana e del mondo.

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