Totò Genio, una mostra che continua

Totò Genio, una mostra che continua120 anni oggi dalla nascita di Totò, tanti se considerati in termini di tempo eppure sembrano svanire se pensiamo a quanto questo artista sia presente nell’immaginario e nel cuore di noi tutti.

Lo scorso anno ne abbiamo ricordati i 50 anni dalla scomparsa, avvenuta il 15 aprile del 1967, e tanti sono stati gli eventi che lo hanno celebrato, fra questi di certo il più importante è stata la mostra Totò Genio a Napoli fra il Palazzo Reale, il Museo Civico di Castel Nuovo e il Convento di San Domenico Maggiore, dal 13 aprile al 9 luglio scorso.

Con allestimenti diversi e peculiari, questa mostra ha però viaggiato, toccando prima Lugano, poi Roma e ora Catania.

Una volta conclusasi la mostra a Napoli, fra tutte la più grande e ricca, gli allestimenti successivi hanno rimandato da uno all’altro, aprendo quando l’altro non era ancora concluso, quasi in un simbolico passaggio di consegne.

E così nella capitale ha aperto al Museo di Roma in Trastevere il 20 ottobre scorso mentre era ancora visibile a Lugano, dove era stata inaugurata il 23 settembre a Villa Ciani per concludersi il 10 dicembre scorso, mentre Catania ha accolto la mostra il 28 gennaio alla Galleria Moderna, essendo ancora visibile a Roma fino al 18 di questo mese. Nella città siciliana rimarrà invece aperta fino al primo maggio.

Non si conosce ancora la prossima tappa, ma non si esclude possa essere oltre oceano, essendo grandissimo l’amore per Totò fra le comunità di connazionali all’estero.

Dopo Napoli – sua città natale, che lo ha stretto in un abbraccio-tributo degno di un figlio davvero prediletto e amatissimo – Lugano è stata scelta come sede perché città cara a Totò negli ultimi anni della sua vita e Roma perché qui abitò dai primi veri successi fino alla sua morte. Catania è invece una tappa in omaggio alle origini siciliane della madre, Anna Clemente, nata a Palermo, ma che l’amministrazione comunale catanese ha fortemente voluto in città.

Totò con Franca Faldini

Dietro Totò Genio vi è l’Associazione Antonio de Curtis in arte Totò e il Comune di Napoli, una mostra promossa da Roma Capitale con la coproduzione dell’Istituto Luce Cinecittà, in collaborazione con Rai Teche e Siae. L’esposizione è stata organizzata da Alessandro Nicosia e curata insieme a Vincenzo Mollica.

Personalmente mi sento di dire che ci sono mostre, come questa, che non si vogliono “lasciar andare” e allora in soccorso arriva il catalogo e Totò Genio ne ha uno bellissimo, che potrete trovare o ordinare anche in libreria.

Una nota a parte merita l’iniziativa del Gioco del Lotto, che per l’occasione ha stampato una Smorfia dedicata a Totò: preziosissima per i collezionisti.

Ogni allestimento ha le proprie peculiarità in riferimento al luogo che lo accoglie e, necessariamente, allo spazio espositivo disponibile, io ho avuto modo di vedere quello di Roma ed è stata un’assoluta emozione.

Prima di ogni cosa voglio dire a chi, come me, che oltre ad amare studia questo artista, che vi troverete una preziosa bacheca in cui sono esposti i libri pubblicati su Totò, davanti alla quale fare il “ce l’ho, ce l’ho, mi manca”. Non sono esposti gli ultimissimi, ma potrete trovarne indicazione qui.

Per rispetto non ho nemmeno sfiorato gli abiti esposti, ma di fronte al più classico abbigliamento della maschera Totò confesso che avrei voluto abbracciare il manichino che lo sorreggeva.

La stanza dedicata ai suoi quasi 100 film è davvero la scatola delle meraviglie per colori ed evocazioni e le teche sono uno sguardo su tanti documenti interessanti, attraverso cui per cenni rimandare soprattutto alla sua carriera, ma anche alla sua passione per l’araldica.

C’è molto altro, ma personalmente mi sono commossa – e sono certa di non essere stata la sola – nella saletta dedicata alla sua morte e ai tre funerali. Lì c’è l’uomo de Curtis, perché Totò è immortale, infatti – come diceva Sordi – questo è il privilegio concesso agli attori e ancor più a Totò – aggiungo io – a guardare come la sua popolarità resista al passare delle generaioni.

Questa mostra è un’esperienza forte, per i tanti che amano il Principe. Un percorso espositivo fra foto, oggetti personali, video, ritagli di giornale e documenti, a ripercorrere una vita straordinaria, per umanità e talento: un binomio niente affatto scontato, che in Antonio de Curtis è sublimato attraverso una personalità ricca di aspetti, tutti profondamente umani, anche nelle debolezze, che ce lo rendono ancora più caro, perché più vicino.

A chi come me non ha l’età per essere suo contemporaneo è persona cara quanto un familiare, fa parte del nostro vissuto, le sue battute sono ormai entrate da tempo nel nostro linguaggio. I giovani lo scoprono, ma al contempo, lo sentono come già noto.

Totò “è nell’aria”, fa capolino quando meno te l’aspetti e non necessariamente da un dvd, basta un “lei non sa chi sono io”, una campagna elettorale ed ecco un #votantonio spuntare da tante bacheche e potrei continuare.

A volte i giovanissimi lo citano senza nemmeno rendersene conto o conoscono sketch famosi pur non sapendo da quale film sono tratti, ma non importa, Totò è così: Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

Totò in un disegno di Federico Fellini
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