Un cane è per la vita

Un cane è per la vitaUn cane è per la vita. Certo, molti diranno “è solo un cane”, ma soltanto perché non ne hanno mai avuto uno. Intendo avuto veramente, non posseduto, come si fa con un oggetto.

Nessuno dovrebbe prenderne uno sull’onda del momento, senza aver ponderato bene che sarà una creatura di cui prendersi cura sempre, che inevitabilmente cambierà le nostre abitudini e condizionerà la nostra vita.

Se volete prendere un cane, la prima domanda da farvi è: «Come farò, se andrò in vacanza?». La seconda è: «La mia casa potrà accoglierlo anche quando sarà grande?». Se anche ad una sola di queste domande non siete in grado di rispondere in modo certo e avendo come primo pensiero il cane, lasciate stare.

Io non ho mai sinceramente creduto che ne avrei preso uno, ho sempre pensato di non esserne il tipo: troppo schizzinosa e troppo amante della mia libertà, ma – come dicono – è il cane a scegliere noi e così nella mia vita è arrivata Jakie.

Mi sono ritrovata con una labradorina nera di nemmeno tre mesi. Dolcissima. È stato subito amore. Ho dovuto aspettare una settimana prima di ritirarla, perché doveva terminare i vaccini e dovevano essere in regola tutti i documenti.

Quella settimana l’ho trascorsa con molte ansie e “studiando”. Appena arrivata a casa, dopo un bel bagno (suo e mio: l’ho tenuta in braccio per tutto il viaggio e non era mai stata lavata!), l’ho portata dal veterinario e lì sono rimasta a sentire tutto ciò che mi sarebbe stato necessario sapere per farla crescere bene e felice.

Un cane è per la vitaAlla Jakie devo moltissimo: mi ha fatto conoscere il mondo straordinario di questi animali unici e mi ha fatto scoprire aspetti di me stessa del tutto inediti.

Ripeto spesso quello che da qualche parte ho sentito e che trovo quanto mai calzante: quando Dio non ha più ali, comincia a mettere code. I cani ti fanno conoscere l’amore puro, quello incondizionato ed è impossibile non restarne toccati.

Ora che c’è lei, di ormai tre anni e quasi trenta chili, non riusciremmo a pensare le giornate in modo diverso. Né la casa!

Dà da fare parecchio, ma il suo disordine è allegria. È educata e quindi si limita a una grande stanza che dà sul giardino, con qualche incursione sul piano, ma non va oltre. Certo, la stanza porta decisamente le sue impronta e non solo in senso figurato…

Per quanto si metta in ordine e si lavi, non si finisce mai. Quando poi arriva il caldo è un tripudio di peli ovunque e vivo attaccata all’aspirapolvere. Ma non mi importa.

I vetri non brillano che il tempo di un «vieni qua!», ma è anche la sua stanza e io ci lavoro magnificamente.

Ora, ad esempio, dorme accanto a me mentre io scrivo. Nel piano giorno ormai sto poco, il tempo del pranzo e del riordino o se ricevo qualcuno, nemmeno la televisione guardo più di sopra, preferisco farlo con lei. Il camino in salotto lo abbiamo acceso raramente, perché è molto meglio passare insieme le nostre serate invernali davanti allo stubotto, nonostante la confusione che lascia dopo i giochi, in cui si scatena prima di dormire.

Il divano di questa stanza è al collasso, a furia di lavare il rivestimento e per le lotte che mio marito fa con Palla di Pelo, come la chiama lui. Ma non mi importa.

Non ho un giardino canonico, perché per avere dei fiori ho dovuto far fare una staccionata e ho dovuto togliere due alberelli, che lei regolarmente “potava”. L’albicocco era più grosso e resiste, ma ogni tanto lo “sfoglia”. Scava buche e mi sparpaglia la legna. Quando piove è il trionfo del fango. Ma non mi importa.

Con lei mi sento sicura e, se mio marito si assenta per lavoro, noi “ragazze” ci facciamo compagnia e lui si sente tranquillo. È buona la mia Jakie, un po’ viziata e un po’ testa dura, ma buona. Se però vede movimento intorno a casa abbaia come un’indiavolata e nessuno riesce a zittirla. È il terrore della postina – poverina – ma va bene così: di questi tempi un cane è bene che faccia il proprio mestiere.

Un cane è per la vita

Lo scorso inverno ha scoperto la neve ed è stato bellissimo vederla giocare. I cani sono creature con un candore straordinario. Non parlano, ma nei loro occhi vediamo quello che sentono. Dovremmo temere il loro sguardo, perché è un richiamo alla nostra coscienza.

Non l’ho cercata la mia Jakie, è capitata come capitano le cose belle della vita: quando meno te l’aspetti.

 

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