Renato Balestra potremmo definirlo un superstite (eccellente) del vero Made in Italy. L’epoca d’oro delle nostre maison è finita, restano pochissime firme dell’eleganza italiana.
La maggior parte dei marchi che fecero volare in alto la nostra moda nel mondo, portando lustro al Bel Paese, è finita con la scomparsa dei loro fondatori o quando questi si sono ritirati e hanno venduto a stranieri, che nella vita fanno affari e che di moda, ma soprattutto di eleganza e alta sartoria, generalmente non capiscono un’acca.
Il guaio è che a volte i loro direttori creativi, spesso italiani, sono più geni del marketing che couturier, grandi comunicatori al passo con la mancanza di stile dei tempi più che grandi sarti o stilisti, colti ed eleganti. Perché la moda è cultura, senza questa l’eleganza zoppica.
Renato Balestra è dunque “patrimonio” di questo sgangherato Paese, che io adoro e che spesso mi sconcerta.
Un uomo colto ed elegante che alla moda proprio non pensava. Amante della musica e delle buone letture, divenne ingegnere, ma – come dico sempre – la vita ci supera in fantasia e così fu la moda che trovò lui e divenne uno stilista. Sul campo, per sua stessa ammissione.
L’amicizia col Maestro Zeffirelli e la stima reciproca lo portarono a realizzare i costumi dell’allestimento di Così è (se vi pare). Alla luce di questo la Fondazione Zeffirelli non poteva che essere la sede ideale di una delle tappe di questa mostra itinerante a lui dedicata: Celeblueation, appunto.
In verità più ricca che altrove, la tappa fiorentina – inaugurata contestualmente a Pitti Uomo – è visitabile fino a questo weekend, purtroppo (o per fortuna per le altre città che l’ospiteranno), termina infatti domenica 2 Febbraio.
Bozzetti, abiti e schermi compongono l’esposizione. Il video più bello è una sua interessante intervista.
Allestita nella Sala Musica della Fondazione è un’emozione al solo varcare la soglia, colpisce infatti la luce “blu Balestra” che avvolge una parte della sala e gli abiti lì esposti.
Ebbene sì, coloro che non si occupano di moda sappiano che oltre al “rosso Valentino” esiste questo punto di blu, che definisce questo creativo, che lo creò un giorno pasticciando coi colori.
Balestra è uno stilista quindi può piacere o meno in base al proprio gusto e stile, ma che i suoi abiti siano un magnifico esempio di cosa sia la vera sartoria italiana di alto livello è indubbio.
Con l’avvento di questa nuova e selvaggia economia, che sovverte gli ordini di un’equa concorrenza, con questa affannosa corsa al minor prezzo, con l’invasione di queste catene di moda in serie a costi stracciati (la cosiddetta fast fashion che fa giustamente il paio col fast food!) ci siamo ormai abituati a vedere montagne di abiti in fibre sintetiche, tagliati male e cuciti peggio, ci siamo rassegnati a vedere anche marchi medi precipitare in qualità per rimanere competitivi e ci sorbiamo le sfilate-show dei nuovi guru di una società senza forma né grazia e sempre troppo sopra le righe, abbiamo dimenticato ormai il gusto di un abito che valorizzi, un abito ben fatto, dalle proprorzioni corrette, un abito che non ci omologhi.
Del resto anche la moda è un fenomeno culturale, attraverso gli abiti raccontiamo sempre i tempi e le epoche. In quanto a cosa si dirà di questi, è meglio non pensare.
Se siete a Firenze o non siete così lontani da non potervi concedere una gita, fatevi questo regalo: andate a vedere da vicino cos’è il vero Made in Italy, andate a conoscere un Signore della moda italiana, tanto più che con lo stesso biglietto potrete visitare il Museo Zeffirelli, una meraviglia che mi emoziona ogni volta che ci metto piede (gli allestimenti subiscono alcune rotazioni e cambiamenti, perché il materiale è tantissimo nonostante il grande spazio e così il Museo resta dinamico).
Di cosa sia ve ne ho parlato qui, non perdetevelo, perché è un assoluto viaggio nella bellezza, nel talento e nella cultura di un vero Maestro. Oggi si abusa di questa parola, si usa a sproposito, quando per meritarsela davvero ci vogliono anni di genio indiscusso.
Avviso i miei lettori del Friuli: la prossima tappa è per voi, al Castello di San Giusto a Trieste.