Il sentiero dei sogni luminosi

Il sentiero dei sogni luminosi: già solo il titolo è un invito all’acquisto. Scritto da Jasvinder Sanghera, è la sua storia.

Non conoscevo questa donna: non il suo nome, non la sua vita né che avesse fondato Karma Nirvana, un’associazione che sostiene le donne vittime di violenze familiari e le ragazze che fuggono da matrimoni combinati.

Jasvinder è un’indoinglese, i suoi genitori arrivarono in Inghilterra dopo le nozze negli anni Cinquanta.

Il suo libro ha spalancato la porta su una realtà che sicuramente anche in Italia è sotto i nostri occhi eppure nascosta, perché spesso le comunità di immigrati sono molto chiuse e, nell’illusione di portare con sé un’identità, si arroccano aggrappandosi a tradizioni, che spesso resistono all’evoluzione più che nella loro stessa Patria.

L’esperienza dell’autrice non è però prerogativa delle comunità indiane, come ella stessa sostiene.

Il nostro Paese fa i conti con una massiccia immigrazione relativamente da poco, non avendo colonie. L’arrivo di una moltitudine di persone con usi e costumi a volte radicalmente diversi dai nostri è un fenomeno che a mio parere non può dirsi mal gestito quanto piuttosto non gestito affatto.

Non siamo l’Inghilterra e non avevamo alle spalle un attegiamento ostico da colonialisti, ma abbiamo comunque opposto un’assenza di politiche realiste e davvero votate all’integrazione.

L’immigrazione muove danaro e voti, dunque non può interessare in sé. Ovvio che anche da noi si verifichino situazioni topiche come la chiusura delle comunità, la difficile permeabilità fra la nostra cultura e la loro, lo smarrimento identitario di chi non è straniero del tutto, perché nato qui, ma non è completamente italiano, perché totalmente immerso in un’altra cultura, quando chiude dietro di sé la porta di casa.

Non stupisce dunque che gli estremismi piacciano più ai giovani che agli anziani né – nel caso delle comunità musulmane – che ad indossare il velo siano le figlie e non le madri.

Il libro spiega benissimo l’importanza per chi arriva e per i loro figli di muoversi in un mondo conosciuto e identitario, per quanto chiuso, difficile e a volte violento possa essere.

Inevitabile che le vittime di questa assoluta mancanza di integrazione siano le donne.

Avere sacche nella nostra società di assenza di diritti dovrebbe far riflettere su come queste “politiche” migratorie stiano gettando le basi di una società che cresce covando conflitti.

E non si creda che il razzismo abbia un’unica direzione! Anche di questo l’autrice racconta: le donne occidentali sono spesso considerate delle poco di buono per il solo fatto di essere appunto occidentali.

Dunque di nuovo, anche in questo caso, le donne sono vittime di una mentalità che nega loro dignità.

Siamo l’anello debole della coppia biblica e restiamo l’obbiettivo da schiacciare da qualunque prospettiva culturale si guardi.

Il sentiero dei sogni luminosi racconta un cammino: dai dubbi crescenti su una condizione subita all’affermazione di sé come soggetto di diritto e creatura senziente, passando attraverso un potente istinto di sopravvivenza.

Ogni evento irrompe nel racconto con la forza e la crudezza della vita vissuta. Non c’è compiacimento, non c’è odio, non c’è rabbia. C’è una profondissima umanità in questa donna, che ha attraversato dolori, errori e prove.

Una donna forte, coraggiosa. Rifiutata dalla propria famiglia, dalla propria comunità, minacciata di morte, eppure indomita.

L’8 marzo più che di mimose ha bisogno di esempi su cui riflettere a fondo e dunque vi propongo questo libro, perché la conoscenza è il primo passo verso la consapevolezza.

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